La croce ritorna spesso nelle mie opere, svuotata del suo senso religioso al quale noi occidentali siamo solitamente abituati ad
accostarla, pensando invece ad essa come simbolo universale di morte e sofferenza, ma anche di costrizione.
Croci celtiche, svastiche, croci ritrovate nei resti dell'antica città di Troia.
La crocifissione era usanza pagana, la pena riservata dai romani ai condannati non romani; i sovversivi, i reietti, gli schiavi e gli
stranieri, erano considerati nemici ed un pericolo per la società.
Anni fa, in occasione della mia prima mostra a Milano dopo il mio trasferimento nella città, realizzai "Jenny On the Cross", dove protagonista del quadro è una transessuale, crocifissa simbolicamente a memoria dell'intolleranza mostrata dalla società nei confronti della diversità.
Protagonisti della serie Cross sono poi diventati gli animali in via di estinzione, i nuovi martiri di una società chiusa nel proprio egoismo, rappresentati simbolicamente su tavole a forma di croce, perché vittime dell'insensibilità dell'uomo verso la natura.
Il rosso del sangue versato rappresenta anch'esso una ferita inflitta sensa senso alla natura.
Un elogio alla biodiversità, a un mondo prezioso, quello della natura, messo in pericolo dall'ignoranza dell'uomo e anche un forte messaggio ecologista, perché talvolta gli artisti devono esporsi e lanciare un monito alla società attraverso la forza dell'opera
d'arte.
LD